Blog personale di Roberto Vidali

Questo fascicolo firmato da Roberto Vidali &egrave; l&rsquo;ennesima testimonianza della Proteo-scrittura che l&rsquo;autore pratica fin dal 1980, alla ricerca di una terra dove ancorarsi, il che non va letto come motivo di immaturit&agrave; o di evoluzione, ma di ricerca e di attenzione alla diversit&agrave;. Questo testo mette insieme pi&ugrave; modalit&agrave;: una presunta tipologia da manuale di storia dell&rsquo;arte (scorrevole e con analisi precise e puntuali dei fatti) con istanze da mente critica che conduce a paragoni tra situazioni simili e ad affioramenti nella contemporaneit&agrave;, dove si trovano idee personalissime e riscontri soggettivi. Gli intrecci e i rimandi sono molteplici ed &egrave; s&igrave; questa una pratica diffusa all&rsquo;interno della critica contemporanea, ma forse non praticata con una modalit&agrave; cos&igrave; variegata, nel senso che il magma che affiora da questa narrazione indica dei pensieri ossessivi, sebbene non sempre gli esempi offerti o i punti di meditazione siano messi sulla carta per dare la certezza della risposta. Uno dei temi ricorrenti dell&rsquo;intero sviluppo narrativo, &egrave; quello della &ldquo;classicit&agrave;&rdquo; ovvero di una possibile istanza classica presente nel mondo contemporaneo, un mondo che &egrave; stato costruito sui palazzi abbattuti dalle avanguardie storiche e di cui noi viviamo l&rsquo;eredit&agrave;. E quali sono le radici di queste avanguardie? Quali le radici della poetica di Duchamp e del successivo lavoro concettuale di Kosuth? Ecco, l&rsquo;autore ci d&agrave; quattro nomi: Seurat, van Gogh, Gauguin, C&eacute;zanne. E approfondisce la loro importanza con la lettura di una singola opera. L&rsquo;aspetto insolito di questo testo sono le note, una specie di racconto parallelo e di lunghezza pari a un quinto dei tredici capitoli in cui &egrave; suddiviso il libro. Le note non sono stilate in maniera accademica (con gli op.cit. e gli ibidem e il rinvio alle pagine specifiche), perch&eacute; bisogna domandarsi: quanti sono quelli che nel leggere un saggio sentono veramente il bisogno di andare a cercare il confronto col testo a cui rinvia la nota? Meglio, allora, una nota che aiuta ad approfondire o rinvia a un ulteriore collegamento invece di trovarsi alla sterile informazione di un titolo, di una pagina, di un anno di pubblicazione. Perci&ograve;, molte sono le domande che vengono poste e poche sono le risposte che vengono date, proprio per lasciare la possibilit&agrave; a ogni lettore di cercare di proseguire con i propri piedi un percorso di approfondimento.
Tutto ci&ograve; pu&ograve; essere utile, senza pretendere che il metodo sia democratico o partecipativo, perch&eacute; ogni testo &egrave;, innanzitutto, una testimonianza del proprio pensiero, e questo testo firmato da Roberto Vidali non &egrave; da meno.
Questa pubblicazione, con solo sette immagini che ne illustrano il percorso narrativo, dedica la copertina al lavoro di Antonio Sofianopulo, come modello ed esempio di una pittura che si fa punto interrogativo della contemporaneit&agrave;.
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Copertina “TRE BACCHE DI ROVO”, extra issue firmato da Roberto Vidali. Nella copertina c’è l’opera “Der Koenig” di Antonio Sofianopulo. Il progetto grafico è di Piero Scheriani, Juliet Editrice, dic 2022
Autore: Roberto Vidali


Rivista JULIET  Dicembre 2022

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