Presentazione dell'artista LeoNilde Carabba

LeoNilde Carabba | Immagine del Profilo

LeoNilde Carabba, nata a Monza il 28 novembre 1938 ed attualmente residente a Milano, ama definirsi “una pittrice ed una viaggiatrice che ama esplorare territori e varcare confini”. Nel 1961 LeoNilde tiene le sue prime mostre personali. Gli anni seguenti la vedono coinvolta sempre più profondamente nel mondo dell’arte, dove ha il sostegno e l’influenza formativa di artisti come: Lucio Fontana, Hsiao Chin, Roberto Crippa, Enrico Baj, Turcato, Tancredi, Jean Fautrier, Piero Manzoni, Christo ed, unica tra tanti uomini, Carla Accardi, la cui forte presenza nel campo dell’arte la rassicura del suo diritto ad esserci. Nel 1966 comincia gli esperimenti sulla rifrazione della luce giungendo ad ottenere, mediante l’uso di microsfere di vetro, una superficie ad intensità luminosa variabile secondo l’angolo del fruitore senza bisogno di mezzi meccanici. Se precedentemente (1964) Lucio Fontana aveva presentato una sua mostra, nel 1969 espone assieme a lui e Bruno Munari a “Il Segno e l’Oggetto” alla Galleria Cadario a Caravate, mostra curata da Walter Schonenberger che vede tra gli altri artisti esposti Getulio Alviani, Agostino Bonalumi, Enrico Castellani, Mario Ceroli, Mario Schifano e molti altri. Nel 1975 è cofondatrice della Libreria delle Donne di Milano per cui cura una cartella di serigrafie di nove artiste: Carla Accardi, Valentina Berardinone, Tommaso Binga, Mirella Bentivoglio, LeoNilde Carabba, Dadamaino, Grazie Varisco, Amalia del Ponte e Nanda Vigo. Cartella presentata da Lea Vergine. Nel 1976 fonda con Carla Accardi, Nedda Guidi, Eva Menzio, Suzanne Santoro, Silvia Truppi ed altre la Cooperativa Beato Angelico, prima Galleria di sole Donne. Di lei hanno detto: Pierre Restany: “Assumere questo tipo di linguaggio vuol dire essere pronta ad imparare nuove lezioni dalla vita, essere capace di una generosità totale nell’incontro con il proprio destino”. Rossana Bossaglia: “Alle spalle di una tanto raffinata sensibilità creativa che si misura con il mistero dell’Universo, sta una cultura artistica intensa e variata... l’universo come regola e insieme come fluida metamorfosi.” Il motivo dell’Universo torna anche negli scritti di Cristina Muccioli: “I corpi cosiddetti celesti, appaiono e si svelano nell’oscurità della notte ... il suo desiderio è avere il Cielo sulla Terra, di far convivere l’elemento ctonio con quello iperuranico, di portare le costellazioni vicino a noi con una bellezza di cui cercheremo mimesis nella natura. Anche a noi, tutti noi, siamo fatti di stelle. Chiara Cinelli: “Essere artiste è un impegno dell’Anima – tale vocabolario simbolico attraversa il tempo e lo spazio tracciando linee sotterranee di congiunzione tra quei codici universali dell’anima che appartengono a ciascun essere umano . La tecnica è complessa, alchimia ed esoterismo si incontrano in un mix tecnologicamente molto avanzato.” Il continuo indagare sulla Luce la porta a sperimentare con i colori fluorescenti e fosforescenti, le luci di wood, a volte anche i laser ed è proprio questa nuova dimensione, ricca di ombre e giochi di luce, che è in grado di trasportare l’osservatore in un mondo immaginario al cui cospetto è istintivo abbassare il tono della voce e lasciarsi catturare dal senso del Sacro. Dal novembre del 2015 fa parte del Gruppo Internazionale Black Light Art Paintings fondato da Fabio Agrifoglio. Presidente dalla Fondazione Mario Agrifoglio ed i seguito a questo partecipa a molte mostre a cura di Gisella Gellini e Gaetano Corica. Di queste possiamo citare: 2017 Black Light Art – Milano Palazzo Lombardia e Como Pinacoteca Civica. 2017/2018 LIGTH QUAKE: Spoleto – Rocca Albornoz – Museo Nazionale del Ducato di Spoleto e sempre nel 2018, a cura di Angelika Kallembach e con la collaborazione del Ludwig Museum Koblenz: CONFLUENTES. In quella occasione il Museo Ludwig acquistò una sua opera dal titolo: “La Grammatica dell’acqua”. Per chiudere possiamo citare Riccardo Barletta che già nel 1991 diceva: “Questi lavori, tematicamente, sono tutti incentrati sui simboli del profondo. Simboli che non hanno né tempo né luogo, dacché si trovano in ogni età e in tutte le culture. La montagna sacra, il labirinto, l’astro solare, lo ziggurat, la piramide, il mandala. Si tratta di un vocabolario in cui ogni parola diventa la Parola.” La base della sua filosofia è semplice: “La vita comincia ad ogni momento”